Internet delle cose, nuove soluzioni sostenibili con il progetto EnAbles

Entro il 2025, il mondo avrà 1 trilione di dispositivi basati sul cosiddetto Internet delle cose (IoT) e tutti necessiteranno di una fonte di energia. Il progetto europeo European infrastructure powering the Internet of things (EnAbles), che vede tra i partner il Politecnico di Torino e le università di Bologna e Perugia «mira a eliminare la necessità di sostituire la batteria, laddove possibile, sviluppando soluzioni di energy harvesting (il processo di cattura e accumulo dell’energia proveniente da fonti alternative/rinnovabili) non convenzionali e/o implementando soluzioni innovative atte a ridurre il consumo energetico dei dispositivi, che si basino sulla raccolta efficiente di energia, il suo conseguente stoccaggio, la gestione della micro-potenza e le diverse attività di integrazione dei sistemi».

EnAbles si propone quindi di «rendere veramente ‘invisibile’, non invadente e autonoma la tecnologia che utilizziamo tutti i giorni e che troverà sempre maggiore impiego nella vita di tutti noi».

Per riuscirci, la metodologia proposta dal progetto è quella di «creare una rete tra le infrastrutture e le competenze all’avanguardia dei vari partner: l’accesso gratuito alle simulazioni, alle librerie di dati, alle attrezzature e agli studi già realizzati saranno condivisi in maniera più rapida tramite un programma di accesso transnazionale (TA) che sarà lanciato nei prossimi mesi». La rete comprenderà oltre 130 ricercatori e infrastrutture per un valore di 2 miliardi di euro circa.

Altre alle università italiane, partner del progetto sono Tyndall National Institute (presso l’UCC in Irlanda, coordinatore), CEA (Leti & Liten), Fraunhofer IMS, Fraunhofer IIS, Ismec Nederland, Karlsruhe Institute of Technology e Università di Southampton.

Al Politecnico di Torino sono convinti che «EnAbles consentirà a diverse centinaia di ricercatori e tecnologi accademici dei Paesi partner di migliorare le soluzioni di energy harvesting, storage e micro-power management per la progettazione integrata e l’implementazione di sensori autonomi miniaturizzati. Inoltre, i ricercatori lavoreranno con la comunità degli utenti e il mondo industriale per accelerarne l’adozione e l’innovazione nei rispettivi campi di applicazione reali».

L’unità di ricerca del Group for applied materials and electrochemistry – Game Lab del Dipartimento scienza applicata e tecnologia del Politecnico di Torino, coordinata Claudio Gerbaldi, si occuperà in modo particolare dello «studio di componenti innovativi per sistemi di accumulo dell’energia (batterie), settore nel quale il nostro ateneo è riconosciuto come eccellenza a livello internazionale, in particolare per lo sviluppo di elettroliti polimerici più stabili e conduttivi che prevengano il problema dell’infiammabilità degli attuali dispositivi commerciali e, di conseguenza, rendano le batterie più sicure e performanti».

Notizia tratta dal sito www.greenreport.it

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