Nell’oasi del Wwf di lago Penne ora ci sono i cuccioli ibridi di lupo. E si possono fotografare

“Un positivo modello di collaborazione, ovvero di networking nel linguaggio dei progetti europei”: è quello che ha portato alla nascita dell’Area Faunistica dei Lupi Ibridi, inaugurata ieri all’interno della Riserva Naturale Lago di Penne, in provincia di Pescara. La collaborazione coinvolge il progetto Life ‘Mirco Lupo’ (attuato dal Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in partenariato con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco – Emiliano) e la Cooperativa Cogestre, gestore di una delle prime Oasi Wwf italiane.

L’area faunistica, che occupa un territorio boscato di circa un ettaro di superficie, ospita alcuni degli ibridi di lupo catturati nell’ambito del progetto Life ‘Mirco Lupo’ nel territorio di Castel del Monte (L’Aquila). I particolari della cattura sono stati illustrati dal responsabile scientifico del progetto Federico Striglioni. “L’individuazione di una tana di parto, tramite i dati gps che arrivavano dal radiocollare di esemplari precedentemente catturati e rilasciati, risale all’estate del 2017- spiega-. Di qui la scoperta di nove cuccioli che all’osservazione fenotipica mostravano chiari segni di ibridazione, come poi confermato dalle analisi genetiche effettuate dall’Ispra. Alcuni erano neri, altri, pur dall’apparenza lupina, avevano macchie bianche diffuse”.

Ottenute le necessarie autorizzazioni dal ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, e ricevuta la disponibilità della Riserva naturale del Lago di Penne ad ospitare gli animali, i cuccioli ibridi di lupo sono stati inizialmente tenuti nell’apposito recinto del Parco, ad Isola del Gran Sasso, dove sono stati curati dai veterinari e dai collaboratori veterinari che si sono organizzati in turni per nutrirli e garantire loro pieno benessere. Una volta trasferiti, gli ibridi sono stati sterilizzati dallo staff di ‘Mirco Lupo’ nella nuova destinazione.

Si comportano in tutto come lupi, sono elusivi e diffidenti e non si lasciano avvicinare”, racconta il direttore della Riserva, Fernando Di Fabrizio, che si dice certo delle grandi potenzialità culturali, educative e scientifiche dell’iniziativa: “Sono animali molto belli da vedere e costituiranno una sicura attrattiva per gli studiosi, come per i programmi didattici delle scuole abruzzesi e non solo”.

Il percorso di visita consente di costeggiare l’intero perimetro dell’area faunistica e di osservare facilmente i lupi ibridi nei loro spostamenti, oltre che di fotografarli in piena libertà dai numerosi punti di osservazione e dalle passerelle create lungo il sentiero.

Notizia tratta dal sito www.dire.it

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