Aree agricole a rischio salinizzazione: sensori wireless per migliorare l’irrigazione

L’irrigazione e i rischi di salinizzazione del suolo possono essere gestiti con l’agricoltura hi-tech. Ne è convinto il gruppo di lavoro del progetto Smart Water and Soil Salinity Management in Agrowetlands (Life Agrowetlands II), coordinato dall’università di Bologna, che dice di aver «ottenuto i primi risultati attesi nella messa a punto del sistema Smart Agrowetlands: una rete disensori wirelesscapace di rilevareparametri meteorologici, umidità e salinità del terreno, oltre cheprofondità, temperatura e salinità delle acque, sia di superficie che di falda, inviando le informazioni ad un sistema di supporto alle decisioni».

L’obiettivo è quello di «creare uno strumento automatico che possa consigliare gli agricoltori su come, quando e quanto irrigare i campi: un aiuto particolarmente prezioso soprattutto per le aree affette da problemi di salinizzazione».

All’università di Bologna spiegano che «Il sistema – un Decision Support System (DSS), sistema di supporto alle decisioni – riceve in tempo reale dai sensori della rete WSN le informazioni ambientali riguardanti parametri del suolo, delle acque e meteorologici. A sua volta, il DSS, utilizzando il modello AquaCrop opportunamente adattato, fornisce consigli per l’irrigazione, in funzione dei parametri ambientali che gli sono stati inviati. I ricercatori lo hanno sperimentato per la prima volta quest’anno – con ottimi risultati – in un’area agricola della provincia di Ravenna, nell’ambito del progetto di ricerca europeo Life Agrowetlands II».
L’idea di realizzare una rete di sensori che colloquiano con un DSS per migliorare le strategie di irrigazione nasce come risposta al problema della l’irrigazione e i rischi di salinizzazione del suolo che coinvolge molte aree agricole europee: la salinizzazione del suolo. «Infatti – dicono i ricercatori – con un’irrigazione poco attenta e in ambienti a clima mediterraneo, con estati calde e aride, i sali presenti nell’acqua tendono ad accumularsi negli strati superiori del suolo compromettendo la crescita della maggior parte delle piante fino ad arrivare, in casi estremi, alla desertificazione».

Maria Speranza, la docente dell’università di Bologna che coordina il progetto, evidenzia che «Si stima che oggi, in Europa, circa un quarto delle aree agricole irrigate in ambiente mediterraneo siano colpite da questo fenomeno.E guardando ai cambiamenti climatici in atto, è molto probabile che le aree interessate aumenteranno ancora, specialmente nell’Europa meridionale».

Il sistema Smart Agrowetlands, è stato messo a punto simulando lo sviluppo di alcune varietà di mais coltivate in un’area sperimentale nel ravennate, a pochi chilometri dalla costa adriatica, tra le foci del Reno e del Lamone: un territorio bonificato fra inizio ‘900 e gli anni ‘60, oggi affetto da un’elevata salinizzazione.La speranza aggiunge: «I dati raccolti dal sistema sono stati tradotti in consigli su quanto e quando irrigare nel corso del ciclo colturale, tenendo conto anche degli effetti della salinità del suolo e dell’acqua di falda, e della qualità dell’acqua utilizzata».

Il progetto Agrowetlands è a metà del suo percorso e punta ad arrivare ad una versione più avanzata del sistema, che possa essere sperimentata direttamente dagli agricoltori e che possa adattarsi anche ad altri territori. La Speranza conclude: «Vogliamo arrivare ad esportare il sistema in una seconda area sperimentale, individuata nei dintorni di Elche: una zona della Spagna meridionale con clima caldo-arido, elevata salinità del suolo e delle acque. Un ottimo banco di prova, insomma, per continuare a migliorare la solidità e la flessibilità del sistema».

Notizia tratta dal sito www.greenreport.it

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