Come ormai dovremmo sapere l’unica energia pulita al 100% è quella che non viene consumata: per questo l’efficienza energetica riveste un ruolo fondamentale verso la transizione a un’economia non solo più verde ma anche più intelligente, che possa comportare al contempo risparmi per imprese e cittadini. Per capire a che punto siamo l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) ha presentato oggi due report, il 7° rapporto annuale sull’efficienza energetica e il rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Dall’analisi dei documenti emerge un’Italia che non sfigura nel contesto europeo. Nonostante le fonti fossili coprano ancora circa l’80% della domanda di energia primaria nazionale (154,7 Mtep nel 2016, -0,9% rispetto all’anno precedente), in fatto di intensità energetica l’Italia presenta valori inferiori del 17% rispetto alla media Ue-28 e del 14,1% rispetto alla media dei Paesi della zona euro. Un buon risultato che però ha forse pesato troppo nei progressi conseguiti in anni recenti: nel periodo 1995-2016 l’intensità energetica si è infatti ridotta del 14,3% in Italia, del 31,3% per la Ue-28 e del 25,4% per la zona euro.
Ecco dunque che la strada da percorrere rimane lunga: come spiega l’Enea, «rispetto all’obiettivo previsto per il periodo 2011-2020 nel Piano d’azione per l’efficienza energetica (Paee) del 2014 e coerente con la Strategia energetica nazionale (Sen) del 2013, i risparmi energetici conseguiti al 2017 sono stati pari a poco più di 8 Mtep/anno, equivalenti a quasi il 52% dell’obiettivo finale». Al 2020 mancano appena due anni, ma siamo a poco più di metà strada. La nuova Sen approvata nel 2017 guarda però già oltre, al decennio successivo, al fine di «raggiungere nel 2030 il 30% di risparmio energetico rispetto al livello di consumo tendenziale previsto a quella data. Ingenti gli investimenti aggiuntivi in efficienza energetica attesi su tutto il periodo: ben 110 miliardi di euro su 175 che si prevede saranno attivati nel complesso grazie alla Sen».
Si tratta di sforzi che se portati a compimento saranno ben ripagati. Guardando ai soli investimenti stimolati dall’ecobonus, nel periodo 2014-2017 gli interventi di riqualificazione energetica hanno portato a un risparmio medio sulla bolletta annuale dei consumatori compreso tra i 250 euro del 2014 e i 150 euro del 2017,che di fatto «equivalgono a un risparmio medio annuo del 15% sul totale della spesa energetica delle famiglie». E allargando lo sguardo l’Enea nota che le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio hanno attivato negli ultimi 4 anni circa 13,5 miliardi di euro (oltre il 40% delle risorse è stato destinato ai serramenti e circa il 25% alla coibentazione di solai e pareti, vale a dire le tipologie che presentano il miglior rapporto costo/efficacia). Gli investimenti attivati salgono ancora a oltre 23,3 miliardi di euro a partire dal 2011, fino ad arrivare a circa 35,5 miliardi dall’avvio del meccanismo nel 2007. Numeri con riflessi importanti anche in termini di lavoro: «Stime recenti valutano che, nel complesso, gli investimenti attivati sia dal recupero edilizio sia dalla riqualificazione energetica abbiano assorbito una media di circa 250.000 occupati nel periodo 2011-2017, oltre 370.000 tenendo conto anche dell’indotto. Il dato è significativo anche alla luce del fatto che negli ultimi dieci anni il settore delle costruzioni ha fatto registrare una perdita di circa 530.000 occupati (fonte: Cresme)».
Un quadro molto positivo che non muta anche guardando al solo 2017: «Grazie all’ecobonus le famiglie italiane hanno investito nel 2017 oltre 3,7 miliardi di euro per realizzare circa 420mila interventi di riqualificazione energetica, con un risparmio di oltre 1.300 GWh/anno. A ciò si aggiunge anche un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) derivante dall’emissione di 5,8 milioni di Titoli di efficienza energetica, i cosiddetti Certificati bianchi, di cui 62% nell’industria e il 31% nel civile».
«Nuove misure, provvedimenti strutturali e semplificazioni consentiranno di ottenere risultati positivi in materia di efficienza energetica e sicurezza degli edifici superando ostacoli e criticità – commenta da Roma il presidente dell’Enea Federico Testa – In particolare, strumenti come l’ecobonus, il sismabonus e la cessione del credito fiscale aprono la strada degli incentivi anche a quella fascia di popolazione economicamente vulnerabile, circa un cittadino su dieci, che spesso vive in condomini periferici delle grandi città tutt’altro che efficienti dal punto di vista energetico. Questi interventi di efficientamento – sottolinea infine Testa – hanno ricadute economiche e sociali considerevoli con risultati tangibili nel contrasto alla povertà energetica, fenomeno che in Italia e in Europa affligge milioni di nuclei familiari».
Notizia tratta dal sito www.greenreport.it