Plastica, la metà dei rifiuti da imballaggio italiani avviata a riciclo: come migliorare, insieme

La nuova strategia sulla plastica elaborata dalla Commissione europea presenta obiettivi ambiziosi, coniugando innovazione e tutela ambientale: entro il 2030 tutti gli imballaggi in plastica presenti sul mercato europeo dovranno essere riciclabili (e al contempo l’impiego dei sacchetti monouso sarà ridotto, e l’uso intenzionale di microplastiche limitato). Più facile a dirsi che a farsi, visto che appena il 30% delle 25 milioni di tonnellate/anno di rifiuti plastici europei viene ad oggi inviato a riciclo.

Per questo la Federazione gomma plastica italiana ha voluto istituire ieri un tavolo multi-stakeholder, il Tavolo permanente riciclo di qualità, riconoscendo che il miglioramento della qualità del riciclo è infatti un processo che richiede il governo integrato di più fattori, che dipendono da ambiti diversi. Ne fanno parte come componenti fissi – ai quali si affiancheranno di volta in volta partecipazioni in rappresentanza di altre categorie di stakeholder – Giorgio Quagliolo (presidente della Federazione e del Conai), Angelo Bonsignori (presidente dell’Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo), Antonello Ciotti (presidente Corepla) Roberto Morabito (direttore del dipartimento Enea Sostenibilità sei sistemi produttivi e territoriali), Stefano Laporta (presidente Ispra) e Stefano Ciafani (presidente Legambiente).

Insieme, dovranno affrontare un contesto in cui non solo l’Europa, ma nello specifico il nostro Paese dovrà migliorare sensibilmente. Alcuni progressi sono già in corso. Nel 2017 ad esempio, rispetto al 2015, in Italia si è registrato un aumento generalizzato degli impieghi di polimeri riciclati: del 10% per il PET (settori principali contenitori per alimenti); del 5,5 per il PE (sacchi, tubi, imballaggi); del 3,5 per il PP e, straordinariamente, del 75% per il PS, con impiego prevalente nel settore dell’edilizia per l’isolamento termico. Ma ancora non basta. Secondo i dati Corepla – il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica – delle 960mila tonnellate di imballaggi in plastica raccolte nel 2016, “solo” 550mila sono state avviate a riciclo, poco più della metà.

«Rendere semplice progettare e realizzare un prodotto usando materiale riciclato e facendo sì che esso possa essere riciclato ancora: è a questo che vogliamo arrivare, e questa è una vera rivoluzione culturale, quella dell’economia circolare», commenta Bonsignori. «L’economia circolare è una vera sfida – aggiunge Laporta – sia per noi che per tutte le Istituzioni nazionali: essa è un punto centrale nella strategia di Ispra e del Sistema nazionale delle agenzie ambientali. Di tutti, la plastica è forse il materiale più complesso da gestire in un’ottica di circular economy. Quello su cui si devono concentrare di più gli sforzi e la collaborazione pubblico-privato».

A tal fine il Tavolo istituito ieri lavorerà attorno a quattro priorità. Migliorare la qualità dei polimeri derivanti dal riciclo, affinché si possano utilizzare in modo più diffuso in sostituzione dei materiali vergini; ampliare la gamma e la quantità di impiego dei polimeri riciclati, sostenendo lo sviluppo di una cultura dell’economia circolare, sia nei settori privati dei consumi, sia nel settore pubblico; pensare e progettare i prodotti in materiale plastico in modo tale da allungare la loro vita utile e semplificarne il riciclo a fine vita, riducendo l’impiego di materiali compositi e misti a favore di quelli mono-polimerici; educare maggiormente cittadini, consumatori, imprese a gestire correttamente i rifiuti di plastica.

«Oggi la sfida della riduzione degli impatti ambientali da plastica non gestita correttamente si gioca lavorando nello sviluppo dell’economia circolare, massimizzando le politiche di riprogettazione, prevenzione e riciclo, nell’innovazione di processo e di prodotto, nello sviluppo del mercato dei prodotti realizzati con materiale da riciclo e nelle campagne di informazione per i cittadini. Il Tavolo costituito con i principali attori del settore – conclude Ciafani – è lo strumento migliore per promuovere idee innovative e soluzioni praticabili in tal senso e per mantenere il primato italiano su diversi ambiti della gestione dei rifiuti, poco rivendicato nel nostro Paese».

Notizia tratta dal sito www.greenreport.it

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