Trasporto pubblico gratis contro l’inquinamento: la Germania ci prova, ma non è detto che basti

Trasporto pubblico locale gratuito in 5 città della Germania (Bonn, Essen, Mannheim, Herrenberg e Reutlingen), un esperimento (che se andasse a buon fine potrebbe essere esteso ad altre municipalità) tramite il quale provare ad abbattere drasticamente l’inquinamento atmosferico nel Paese. È questa l’ipotesi avanzata in una lettera firmata dalla ministra dell’Ambiente Barbara Hendricks insieme al ministro dei Trasporti Christian Schmidt e al capo dell’ufficio della Cancelleria Peter Altmaier, per poi essere inviata al commissario Ue all’Ambiente Karmenu Vella: la tempistica non è casuale, visto che la Germania – proprio come l’Italia – sta concretamente rischiando di essere deferita alla Corte Ue per i limiti all’inquinamento atmosferico continuamente sforati.

Potrebbe funzionare? L’operazione avrebbe costi non indifferenti per le casse pubbliche, comportando spese stimate in 12-13 miliardi di euro/anno, senza contare i necessari investimenti infrastrutturali.  D’altra parte, incoraggiare l’uso del trasporto pubblico locale permetterebbe di abbattere le esternalità negative legate all’uso del mezzo privato, come congestionamenti stradali e soprattutto inquinamento atmosferico.

Rendere gratuito il trasporto pubblico non garantisce però automaticamente un simile risultato, come mostra “l’esperimento naturale” messo in piedi dalla capitale dell’Estonia, la prima al mondo ad aver introdotto tale gratuità. A Tallin (città di circa 425mila abitanti) l’incremento nell’utilizzo dei mezzi pubblici durante il primo anno dell’esperimento è stato del 3%, e appena l’1,2% è dato come imputabile all’introduzione della gratuità del trasporto pubblico locale (anche se nei quartieri con maggiori tassi di disoccupazione e di famiglie a basso reddito l’incremento è arrivato al +10%)

Come mai? Dalla ricerca condotta dal dipartimento di Scienze dei Trasporti del Royal Institute of Technology di Stoccolma che già abbiamo avuto modo di presentare sulle nostre pagine, è emerso che la mancanza di mezzi moderni, tecnologici e comodi, di corse frequenti e puntuali, di tempi di percorrenza accettabili è la componente che ha maggiore effetto sulla fascia di utenti dal reddito più elevato, tutti elementi per migliorare i quali sono necessari (e auspicabili) investimenti dedicati e non facilmente coniugabili con la gratuità del servizio; inoltre, sono molti i fattori cognitivi e comportamentali che vanno a incidere sulla scelta di usufruire o meno del trasporto pubblico locale lasciando a casa l’auto, e di questi è indispensabile tener conto.

In conclusione, le politiche di regolamentazione dei prezzi del trasporto pubblico locale – anche quando lo rendono gratuito – possono rivelarsi efficaci solo se inseriti all’interno di un quadro olistico, che tenga conto sia della qualità del servizio offerto, sia dei fattori cognitivi e sociali. Se dopo Tallin anche la Germania dovesse tentare il proprio esperimento, un’attenta analisi dei risultati ottenuti sarebbe certamente utile anche al contesto italiano.

 

 

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