Arezzo ottiene il distretto socisanitario autonomo. Chiassai: “Il Valdarno indebolito per volontà politica, dobbiamo mobilitarci per un ospedale di 1° livello”

“Ho appreso la notizia che Arezzo ha vinto la battaglia per un distretto socio-sanitario autonomo rispetto all’accorpamento forzoso, con il Casentino e la Valtibertina, approvato dalla Regione – afferma il sindaco Chiassai Martini – Mi fa piacere che, in questo caso, le istanze del territorio siano state ascoltate dall’assessore Saccardi, ma resto profondamente amareggiata per il trattamento riservato al Valdarno dove l’assenza di un distretto sanitario unico tra l’aretino e il fiorentino, oltre a rappresentare ancora un pericolo per la salvaguardia degli ospedali e di servizi, ne attesta l’indebolimento voluto e perpetuato a tavolino, non tenendo in considerazione peculiarità e necessità della popolazione.

E’ chiaro che sia mancata la volontà politica, soprattutto della Regione, di agire in quella direzione confermando di fatto lo scarso peso politico del Valdarno. Le richieste, presentate dai sindaci del comprensorio, per il superamento del confine tra due distretti sociosanitari collocati in Asl differenti, non sono state recepite, impedendo il raggiungimento di un bacino di utenza di oltre 150mila abitanti per ottenere al nostro Ospedale della Gruccia la classificazione di presidio di 1 livello, necessaria in termini di legge onde evitare il rischio di eventuali declassamenti.

Prendo atto che la sovranità territoriale e l’interesse dei cittadini valgano per taluni territori e non valgano per altri in un contesto complicato di riorganizzazione sanitaria in cui le zone periferiche sono rimaste le più penalizzate da scelte prese spesso nelle stanze chiuse dei palazzi regionali. Il Comune di Arezzo ha dimostrato che, con tenacia e determinazione, si possono correggere pasticci dettati probabilmente da logiche aziendalistiche o politiche lontane anni luce dai bisogni della gente.

Ho accettato il ruolo di vicepresidente della conferenza dei sindaci del Valdarno anche per vigilare attentamente sull’operato della Regione e della ASL sempre con l’obiettivo principale della tutela del diritto alla salute del cittadino. Purtroppo sono stata una cassandra nel valutare l’appiattimento e l’inadeguatezza di certe posizioni assunte dal Valdarno in materia di sanità, trovandomi spesso ad essere l’unica voce fuori dal coro nei confronti di politiche regionali sbagliate a scapito del territorio. L’azione del Comune di Arezzo ha portato la Regione a compiere un passo indietro rispetto al passato. Porterò nuovamente la questione sul tavolo della Conferenza dei sindaci del Valdarno augurandomi che ci sia condivisione per una mobilitazione unitaria, seguendo l’esempio di Arezzo, per ottenere una deroga alla classificazione dell’Ospedale di Santa Maria alla Gruccia come presidio di 1 livello, coinvolgendo direttamente la Regione che deve cessare di fare orecchie da mercante riconoscendo che i Comuni sono i protagonisti delle scelte sanitarie sul territorio senza subirle e basta”.

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