Urbanistica di genere: se ne parla il 28 gennaio a Figline

Si terrà domenica 28 gennaio a Palazzo Pretorio (piazza San Francesco, Figline) il seminario dal titolo “Riqualificazione dello Spazio Pubblico”, organizzato dalla sezione fiorentina dell’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti (AIDIA).

A partire dalle ore 9,30, si approfondirà il tema dell’approccio di genere nella pianificazione e progettazione urbanistica, con l’obiettivo di sensibilizzare progettisti e istituzioni e promuovere una concreta collaborazione tra le associazioni dei professionisti e le pubbliche amministrazioni.

Il tutto in compagnia dell’architetto Lucia Krasovec Lucas, presidente nazionale AIDIA e docente presso il Politecnico Milano, dell’architetto Sara Bartolini, dottore di ricerca in Urbanistica e Pianificazione Territoriale presso l’Università di Firenze, dell’architetto Alessandra Criconia, docente Università La Sapienza Roma, della dottoressa agronoma Claudia Patti (assessore del Comune di Cavriglia), della dottoressa Gabryela Dancygier e dell’architetto Alessandro Bolis. Nel dettaglio, tra i vari interventi, si parlerà anche del rapporto tra città, genere e cittadinanza, dei casi di Vienna e Prato, del restauro del Palazzo Pretorio di Figline, dell’area mineraria di Cavriglia e della figura dell’arch. Lina Bo Bardi, di origine italiana ma attiva nel panorama modernista brasiliano. Saranno presenti anche gli amministratori del territorio, tra cui la Sindaca di Figline Incisa Valdarno, la Vicesindaca di San Giovanni Valdarno, la Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana, e i Presidenti e i Consiglieri degli Ordini professionali.

Approccio di genere – spiega l’arch. Mina Tamborrino, in qualità di presidente AIDIA Firenze -significa una progettazione attenta alle esigenze delle donne di ogni età, ma anche di tutte le categorie sociali di utenti quali anziani, genitori con bambini, giovani e giovanissimi, e persone con disabilità. Considerare le differenze di genere è necessario per creare spazi urbani senza barriere e accessibili a tutti, per incrementare la sicurezza reale e percepita, per migliorare la mobilità sia a livello di mezzi privati che di trasporti pubblici. Nei contesti in cui questo approccio di genere è stato applicato alle politiche spaziali, infatti, si sono potuti valutare risultati che hanno portato verso una migliore vivibilità, primo fra tutti il caso di Vienna” .

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