Nuova incubatrice super tecnologica al Meyer per il trasporto di neonati in terapia intensiva

Una incubatrice tecnologicamente all’avanguardia per far viaggiare i neonati che arrivano alla Terapia intensiva neonatale del Meyer nel modo più sicuro e protetto, con comfort e comodità che riproducono quelli garantiti dal pancione della mamma e l’assistenza medica, anche a distanza, di tutti gli specialisti di cui, di volta in volta, i piccolissimi hanno bisogno.

L’incubatrice di ultima generazione appena arrivata nell’Ospedale pediatrico fiorentino, grazie alla Fondazione Meyer, è infatti dotata di apparecchiature avanzate in grado di renderla una vera e propria estensione della Tin, con un team di neonatologi e infermieri a disposizione pronti a entrare in azione laddove ce ne sia bisogno, con tutta la strumentazione necessaria per trasformare i punti nascita in cui si trovano i neonati da trasportare in un reparto ultra-specialistico. Inoltre la super culla sarà dotata di un’unità di telemedicina, così da poter trasmettere in tempo reale i parametri del neonato, rilevati al punto nascita, alla Tin del Meyer dove un team multispecialistico potrà consigliare le migliori terapie per il neonato.

L’incubatrice sarà sempre a disposizione su un’ambulanza dedicata, ma all’occorrenza potrà salire anche a bordo di un elicottero o un aereo.

La novità è stata presentata ieri mattina in aula magna: a introdurre l’evento, è stato Alberto Zanobini, Direttore Generale del Meyer, mentre Marco Moroni, responsabile del Trasporto protetto neonatale del Meyer ha illustrato i dettagli del macchinario. A spiegarne i benefici per la Rete pediatrica toscana sono stati Francesca Bellini, Direttore Sanitario del Meyer, Carlo Dani, neonatologo di Careggi e professore ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Firenze e Patrizio Fiorini, responsabile della Tin.

L’incubatrice è dotata delle attrezzature più innovative: un ventilatore polmonare di ultima generazione – che permetterà di far viaggiare anche i neonati che fino ad ora erano “intrasportabili” per la gravità delle loro condizioni – un defibrillatore, un monitor capace di registrare tutti i tracciati e i parametri vitali del piccolo paziente.

A metterle a disposizione, in questi anni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, sono state quattro associazioni di volontariato: Croce Rossa di Bagno a Ripoli, la Croce Rossa di Incisa Valdarno, la Misericordia Firenze e Misercordia di Campi Bisenzio. Un impegno che ieri mattina è stato premiato con il conferimento di uno speciale riconoscimento.

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